Le imprese italiane e le catene globali del valore: il contributo delle nuove informazioni statistiche

Anna Giunta

Università Roma Tre e Centro Rossi-Doria

Da almeno venticinque anni a questa parte, con coinvolgimento, intensità ed estensione geografica crescenti, il processo produttivo di un bene, nella sua frammentazione in fasi, si configura come un continuum di compiti (tasks), affidati a imprese localizzate nei luoghi più diversi. Le catene globali del valore (CGV, da ora in poi) riflettono questo peculiare assetto della divisione internazionale della produzione tra imprese.

Sebbene di estrema rilevanza, il fenomeno, a livello di impresa, è stato assai poco studiato a causa della relativa mancanza di micro dati di buona qualità che consentano di analizzare la partecipazione, il posizionamento e la performance delle imprese coinvolte nelle CGV.

Pur con tutte le approssimazioni derivanti da analisi spesso basate su dati subottimali, si sono, negli ultimi anni, accumulate alcune evidenze empiriche riguardanti le imprese italiane coinvolte nelle GVC.

In primo luogo, sappiamo che le imprese italiane partecipano alle GVC soprattutto come imprese intermedie, vale a dire come imprese subfornitrici che realizzano la larga parte del loro fatturato con la vendita ad altre imprese. Vendono dunque beni intermedi, semilavorati, piuttosto che vendere al consumatore un bene finito (in questo caso parleremo di impresa “finale”). Questa evidenza non sorprende: la nostra struttura produttiva è frammentata, popolata nella maggioranza da piccole imprese che non hanno la forza di proporsi sul mercato finale. Infatti, a differenza delle imprese intermedie, le imprese finali sono mediamente di grandi dimensioni.

Il secondo punto di interesse è che questo peculiare posizionamento delle imprese italiane sembra avere effetti mediamente negativi sulla performance dell’impresa. Un recente lavoro (Accetturo e Giunta, 2016) mostra, infatti, che l’essere un’impresa subfornitrice è associata ad una negativa performance. Per esempio, durante la grande crisi del 2008, si riscontra che le imprese fornitrici hanno accusato, in media, una addizionale caduta nelle vendite pari  a 3.1 punti percentuali. Ed ancora, Razzolini e Vannoni (2011) riscontrano che le imprese subfornitrici soffrono mediamente di una produttività più bassa rispetto alle imprese finali.

E tuttavia, altri lavori (Giovanetti et al., 2014; Agostino et al., 2015) attenuano il pessimismo di questi riscontri empirici che, se generalizzati, getterebbero un’ombra lunga sul presente e sul futuro dell’industria italiana. Il dato di maggiore interesse, messo in evidenza, concerne l’eterogeneità delle imprese intermedie.  In particolare, si dimostra che le imprese intermedie che si dotano di addetti con un livello elevato di istruzione, che innovano e che si internazionalizzano non sono significativamente dissimili nella produttività (del lavoro e della produttività totale dei fattori, TFP, da ora in poi) dalle imprese finali.

Molti aspetti del posizionamento e della performance delle imprese italiane, non ultimi quelli relativi alle differenziazioni territoriali, rimangono ancora tutti da esplorare. Il registro statistico integrato delle imprese, di recente elaborato dall’Istat, mette a disposizione dei ricercatori micro dati di superiore qualità che consentiranno di arricchire significativamente il quadro informativo finora conseguito. Si produrrà così un decisivo avanzamento della conoscenza, a vantaggio della comunità scientifica e dei decisori della politica economica.

Lavori citati

 

Accetturo A., Giunta A., (2016), Value Chains and the Great Recession: Evidence from Italian and German Firms, Questioni di Economia e Finanza, n. 304, Gennaio 2016, Banca d’Italia, Roma

Agostino M., A. Giunta, J.B. Nugent, D. Scalera e F. Trivieri, (2015), The Importance of Being a Capable Supplier: Italian Industrial Firms in Global Value Chains, International Small Business Journal, 33(7), 708-730

Giovannetti G., Marvasi E., Sanfilippo M. (2015) Supply Chains and the Internationalization of Small Firms, Small Business Economics 44 (4), 845-865.

MET, (2015), Le strategie per la crescita, Rapporto Met, Donzelli, Roma

Razzolini T. e D. Vannoni (2011), Export Premia and Subcontracting Discount: Passive Strategies and Performance in Domestic and Foreign Markets, World Economy, 34(6), 984-1013.

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