L’impatto della pandemia sui sistemi di istruzione superiore europei

Laura Antonucci – Università degli Studi di Foggia

La pandemia sta avendo un impatto forte su sistemi di istruzione superiore europei che cercano di reagire adottando misure ad hoc per realizzare il distanziamento sociale necessario per impedire la diffusione del virus. Di seguito si riporta una panoramica delle misure che le diverse istituzioni di formazione superiore stanno adottando per far fronte all’emergenza.

Secondo l’OMS al 1 aprile 2020 la pandemia da COVID-19 ha fatto registrare 827.419 casi si contagi e ben 40.777 morti in 205 Paesi, mentre in Europa i casi confermati sono 464.859 ed i morti 30.098.
Questi dati sintetizzando le dimensioni di una tragedia che sta impattando fortemente sulla vita di ciascuno di noi ed i cui effetti si protrarranno anche nel futuro.

Il 23 marzo 2020 la EAIE (European Association for International Education) ha pubblicato un rapporto curato da Laura E. Rumbley, avente come obiettivo lo studio degli impatti sociali, politici ed economici della pandemia sui sistemi educativi europei.

Tale studio è molto utile per capire come l’istruzione superiore europea sta reagendo a questa calamità e quali misure gli stati membri stanno adottando per realizzare il distanziamento sociale, necessario per impedire la diffusione del virus.
Questo rapporto ha coinvolto 38 paesi europei e si basa sulle risposte fornite da ben 805 intervistati operanti in istituti di formazione superiore (HEIs) nella Area della formazione superiore europea (EHEA).
Il questionario è stato distribuito via e-mail, attingendo al database dell’EAIE.

La ricerca ha dimostrato che la pandemia, provocata dal corona virus, sta avendo un forte impatto sugli istituti e sui sistemi di istruzione superiore di tutto il mondo.
Quasi i tre quarti degli intervistati hanno dichiarato, infatti, che gli effetti che le misure di distanziamento sociale stanno avendo sulla mobilità degli studenti e del personale sono alquanto significativi o molto significativi e quasi il 60% degli istituti europei di istruzione superiore sta rapidamente predisponendo piani di azione e di contrasto alla pandemia.

Gli intervistati si dichiarano preoccupati per gli effetti che questa emergenza può avere su alcuni studenti stranieri più vulnerabili anche se ci sono ben poche segnalazioni di comportamenti discriminatori nei confronti di questi giovani.
Le istituzioni analizzate stanno facendo importanti investimenti nei sistemi di comunicazione, ma, stranamente, l’utilizzo documentato dei social media, come canale di comunicazione, è piuttosto limitato, così come limitato sembra essere l’impegno degli intervistati per formare ed informare le loro comunità locali sulle precauzioni da adottare per impedire il diffondersi della pandemia.

Solo poche istituzioni hanno avviato raccolte dati per mappare fenomeni legati al corona virus.

Poco meno di 250 intervistati hanno risposto alla domanda in cui si chiedeva di indicare quali risorse e supporti servirebbero per migliorare la situazione.

Il sostegno richiesto dal 19% degli intervistati è riconducibile alla necessità di un coordinamento ed alla condivisione di informazioni più dettagliate con le autorità nazionali, e locali.
Molti segnalano l’esigenza di linee guida per inquadrare il lavoro della propria istituzione e per gestire la situazione.

La seconda risorsa più richiesta è l’accesso a idee e a buone pratiche. In questi giorni molti docenti si trovano a dover modificare i loro metodi di insegnamento cimentandosi con la didattica on line che, come è noto, richiede un diverso approccio all’aula e tempi diversi rispetto alla didattica frontale.

Le altre esigenze evidenziate dagli intervistati riguardano:

  • l’accesso a beni e materiali sanitari e igienici aggiuntivi (come maschere per il viso e disinfettanti);
  • maggiori informazioni statistiche e aggiornamenti sulla situazione, a livello locale, nazionale e internazionale;
  • maggiore condivisione di informazioni scientifiche per garantire la salute, osservando le misure di prevenzione da adottare nel caso in cui vi siano sospetti di contagio;
  • consigli su come supportare al meglio gli studenti in arrivo e su come affrontare i rischi di discriminazione;

Nelle prossime settimane tutti noi acquisiremo maggiore consapevolezza di quanto sta avvenendo e saremo in grado di prevedere meglio l’evoluzione di questo fenomeno.
Chiaramente, siamo nelle prime fasi di una situazione che si protrarrà ancora per alcuni mesi. Tuttavia, le intuizioni dei “primi giorni” tratte da questo sondaggio, serviranno a chiarire alcune delle lacune che la comunità educativa internazionale dovrà affrontare in futuro, individuando alcuni dei punti di forza su cui si può far leva per rispondere efficacemente a questa emergenza.

 

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