La valutazione degli effetti economici di una carbon tax con il modello macroeconometrico dell’ISTAT

Cristina Brandimarte

ISTAT

La carbon tax rappresenta uno strumento importante per contenere la concentrazione di CO2 nell’atmosfera e combattere i cambiamenti climatici. Oltre all’efficacia ambientale, un aspetto importante ma non facile da valutare riguarda gli effetti che tale misura esercita sul sistema economico.

La simulazione con un modello econometrico può costituire al riguardo un utile strumento ausiliario, capace di evidenziare rischi e potenzialità dell’intervento e di fornire indicazioni utili per i policy makers. Essa rappresenta l’equivalente per le scienze sociali di un esperimento scientifico, dove l’ipotesi di lavoro è rappresentata dal modello ed il laboratorio dal calcolatore.

 

Il modello infatti è una rappresentazione semplificata della realtà economica, ridotta ad uno schema di interazione tra variabili, con relazioni espresse in termini di equazioni definite sulla base di una teoria; l’econometria, insieme di metodi matematico/statistici, è lo strumento per verificare e massimizzare l’aderenza del modello formale al sistema reale; la simulazione consiste nel provocare, nell’ambito della rappresentazione virtuale, l’evento oggetto di indagine e inferendo le reazioni del sistema, analogamente all’esperimento scientifico.

 

FIG.1 Le quattro fasi del procedimento scientifico

CBrandimarte_ FIG.1 (1)

 

In questo articolo si presentano i risultati di un esercizio di simulazione relativo all’introduzione di una carbon tax in Italia, condotto con il modello macroeconometrico dell’ISTAT MeMo-It.[i] , analizzandone gli effetti sulla crescita economica e sulle finanze pubbliche.

 

FIG.2:Cosa si guarda con MeMo-It

CBrandimarte_FIG. 3 e 4.pptx

 

MeMo-It è un modello macroeconometrico basato su una visione neo keynesiana del funzionamento del sistema economico italiano e permette di considerare gli effetti diretti ed indiretti delle politiche sull’economia e sulle finanze pubbliche, tenendo conto delle interazioni tra numerose variabili,[ii], secondo i canali di trasmissione schematizzati in figura.

 

FIG.3 e FIG.4 : Effetti macroeconomici – Effetti sulla finanza pubblica.

CBrandimarte_FIG. 3 e 4.pptx (2) CBrandimarte_FIG. 3 e 4.pptx (1)

L’evento simulato è l’imposizione  permanente in Italia di un’accisa sulle vendite di combustibili fossili, la forma più diffusa di carbon tax, per un impatto sul gettito pari all’1% del PIL[iii].

Tale tassa, oltre a colpire la principale fonte antropogenica di emissioni di CO2, presenta diversi vantaggi: è semplice da applicare e quindi ha bassi costi amministrativi; è strettamente collegata al danno ambientale generato dato che la CO2 emessa è proporzionale alla quantità di combustibile bruciato; risulta efficace sia nel breve che nel lungo periodo, in quanto induce modifiche strutturali nei consumi e nella produzione; genera un gettito fiscale. Accanto a queste caratteristiche positive, la letteratura segnala però anche la presenza di rischi per crescita economica e occupazione, con risvolti negativi sullo stesso bilancio pubblico, derivanti principalmente dagli effetti sulla competitività. Evidenzia inoltre come non sia possibile trarre conclusioni generali, ma come i risultati varino in relazione alle condizioni e caratteristiche specifiche di ciascun paese.

La valutazione degli effetti economici viene effettuata su un orizzonte di quattro anni seguendo un approccio controfattuale: sulla base di uno scenario previsivo di riferimento (controfattuale) si simula l’introduzione della carbon tax (fattuale) e l’effetto è ottenuto come differenza tra ciò che si osserverebbe in presenza dell’intervento e ciò che si osserverebbe in sua assenza.

 

I risultati dell’esercizio [iv] indicano che si possono distinguere due periodi. Nel primo, gli effetti negativi, derivanti principalmente dalla riduzione del reddito disponibile reale, risultano nel complesso compensati dai vantaggi derivanti dal mutamento delle ragioni di scambio, dovuti ai seguenti fattori:

  • l’Italia è un forte importatore (netto) di prodotti petroliferi;
  • l’elasticità delle esportazioni al prezzo non è elevata (made in Italy);
  • l’elasticità dei prezzi all’export al costo dei combustibili risulta contenuta

L’analisi mette in luce come, in tale contesto, possano manifestarsi effetti positivi per il nostro Paese: il consumo di prodotti petroliferi, largamente importati, viene in parte sostituito con quello di beni prodotti all’interno; investimenti e consumi si espandono, in seguito alla riduzione dei tassi di interesse reali [v]; le importazioni si riducono più delle esportazioni.

 

TAB.1:Risultati della simulazione

Effetti della carbon tax
Variazioni percentuali (differenze rispetto al controfattuale)
2013 2014 2015 2016
PIL -0,2 0,2 -0,6 -0,5
Importazioni -0,4 -1,6 0,7 0,2
Domanda interna -0,3 -0,2 -0,3 -0,4
Consumi delle famiglie -0,2 -0,4 -0,1 -0,5
Investimenti 0 -0,2 -0,5 -0,5
Esportazioni 0 -0,1 -0,1 -0,1
Occupazione -0,1 -0,4 -0,6 -0,5
Deflatore consumi 2,2 0,6 0,5 0,3
Deflatore esportazioni 0 0,3 0,3 0,2
Deflatore del PIL 1,6 0,9 0,7 0,4
Reddito disponibile reale (*) -1,2 -0,4 -1,6 -2,2
Indebitamento netto PA
mln di euro 6527,2 7442,2 14364 15724
in % of GDP 0,4 0,5 0,8 0,9
Debito pubblico
mln di euro -6527 -13890 -28082 -43462
in % of GDP -2,2 -4 -4,6 -5,3
(*) Differenza percentuale rispetto al controfattuale

 

Nel periodo successivo la competitività peggiora per l’incremento del costo dei fattori produttivi e dei beni intermedi prodotti all’interno. La produzione si riduce, le importazioni aumentano e le esportazioni si contraggono sensibilmente. Crescita economica e occupazione ne risentono negativamente. Se tali risultati fossero anticipati dagli operatori economici, anche gli effetti positivi iniziali rischierebbero di venire compromessi.

 

I risultati ottenuti suggeriscono quindi che gli effetti restrittivi di una carbon tax potrebbero essere neutralizzati sfruttando i vantaggi derivanti dall’iniziale miglioramento delle ragioni di scambio e riducendo i rischi di perdita di competitività che si manifesterebbero invece con ritardo.

L’esercizio indicherebbe quindi l’opportunità di prevedere interventi:

  1. di incentivazione di investimenti innovativi finalizzati al risparmio energetico delle imprese italiane;
  2. di difesa della competitività, ad esempio:
  • utilizzando le risorse per la riduzione del carico fiscale sull’attività produttiva;
  • promuovendo l’adozione di una carbon tax globale;
  • disegnando in modo diverso la carbon tax, ad esempio prevedendo misure di aggiustamento fiscale dei prezzi alle frontiere[vi] o adottando una carbon tax sui consumi secondo il modello dell’ IVA[vii]

[i] Per una esposizione dettagliata di ipotesi e risultati dell’esercizio, si veda Brandimarte,C. (2014) “Macroeconomic Effects of Environmental Tax Subsidy Reform: an evaluation for Italy” “Critical Issues in Environmental Taxation Vol. XIV Edward Elgar Publishing

[ii] Nel breve periodo l’attività economica è trainata dalla domanda, nel lungo periodo converge verso il prodotto potenziale, ottenuto dal lato dell’offerta, e l’aggiustamento verso l’equilibrio avviene mediante modifiche dei prezzi. Per una descrizione dettagliata del modello e del suo funzionamento v. Bacchini et al. (2013) “Building the Core of the ISTAT System of Models for Forecasting the Italian Economy: MeMo-It” Rivista di Statistica Ufficiale No. 1/2013.

[iii] Valutazioni ex ante, ovvero nell’ipotesi di assenza di cambiamento nei comportamenti.

[iv] Ulteriori ipotesi adottate nell’esercizio sono: l’assenza di cambiamenti strutturali significativi nel periodo considerato in conseguenza della tassa; l’assenza di drenaggio fiscale (indicizzazione degli scaglioni delle imposte progressive); indicizzazione di salari e pensioni ai prezzi al consumo.

[v] Essendo l’Italia una piccola economia aperta appartenente ad un’area valutaria unica, tasso di interesse e tasso di cambio nominali non vengono influenzati dalla manovra fiscale.

[vi] I c.d. Border Tax adjustments (BTA), misure fiscali che hanno lo scopo di riequilibrare i prezzi dei beni prodotti all’interno e di quelli prodotti all’estero cercando di livellare i costi di beni importati e prodotti nazionali da un lato e beni esportati e beni prodotti all’estero dall’altro.
[vii]  Cfr. Brandimarte,C. (2016) “A good F.A.C.T. for climate change mitigation”  “Green Fiscal Reform for a Sustainable Future. Reforms, Innovation and renewable Energy” Edward Elgar Publishing.

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