La qualità del lavoro dipendente nel settore privato. Una lettura integrata attraverso il registro RACLI

Sara Gigante, Silvia Pacini, Francesca Rossetti, Valentina Talucci

Istat

Alcuni aspetti oggettivi della qualità del lavoro che fanno capo alle condizioni di pari opportunità e di equità del lavoro[1], in particolare rispetto ad alcuni gruppi più vulnerabili della popolazione (donne, giovani e lavoratori nati all’estero), possono essere misurati attraverso il registro statistico sviluppato dall’Istat su Retribuzioni, ore e Costo del Lavoro a livello Individuale e di impresa (RACLI[2]).

Le informazioni prodotte dal registro indicano come le retribuzioni orarie mediane[3] delle posizioni lavorative[4] dei dipendenti del settore privato in Italia, nel 2016 ammontano a 11,2 euro, valore stabile rispetto all’anno precedente e in leggera crescita rispetto al 2014 (+1,4%).

Tali retribuzioni presentano marcate differenze sia territoriali, sia legate alla condizione lavorativa, sia al titolo di studio. In particolare, le retribuzioni orarie più elevate, pari a un valore mediano di 11,9 euro, si registrano nel Nord-ovest del Paese, dove risulta concentrato il 31,8% delle posizioni lavorative.

Hanno una retribuzione oraria mediana superiore a quella Italia i rapporti di lavoro a tempo indeterminato (11,8 euro), i rapporti di lavoro a tempo pieno (12 euro, 2 in più della retribuzione oraria per i part-time)i dirigenti ed impiegati (13,9 euro) che rappresentano rispettivamente il 71,0 e il 36,4% dei rapporti di lavoro.

 

Figura1 – Rapporti di lavoro e retribuzione oraria mediana per tipo di contratto, regime orario, qualifica contrattuale e ripartizione geografica – Anno 2016. (Valori percentuali e valori assoluti in euro).

gigante 1

Fonte: Registro annuale su retribuzioni, ore e costo del lavoro per individui e imprese (RACLI)

 

Si conferma una maggiore remunerazione per gli uomini (11,6 euro) rispetto alle donne (10,7 euro). La situazione retributiva migliora al crescere del livello di istruzione (da 11,5 euro per i lavoratori in possesso del diploma di scuola superiore a 15,5 euro per i laureati magistrali a 17,8 per chi ha conseguito il dottorato di ricerca) e dell’età (per i giovani di età compresa fra i 15 ed i 29 anni è pari a 9,9 euro mentre per gli over 50 raggiunge i 12,5 euro).

Le attività finanziarie e assicurative (2,8% delle posizioni lavorative) sono caratterizzate dalla retribuzione più elevata (22,4 euro); la manifattura (22,1 % del totale), presenta un valore di poco superiore al valore nazionale (12,5 euro), mentre la retribuzione più bassa, pari a 8,3 euro, si riscontra per i rapporti di lavoro delle altre attività di servizi (2% delle posizioni lavorative).

Nel 2016, più di 1 milione di posizioni lavorative (pari al 6,3% delle posizioni regolari totali attive almeno un giorno nell’anno), hanno percepito una bassa retribuzione, ovvero una retribuzione oraria lorda inferiore ai due terzi della mediana nazionale, corrispondente a 9.136 euro (low payed jobs); nel 2014 erano il 6,7%.

Sulla base delle informazioni del registro RACLI è stato possibile stimare un modello logistico che spieghi le relazioni tra una bassa retribuzione e le principali variabili sociali ed economiche degli occupati dipendenti[5].

I risultati del modello mostrano covariate con buoni livelli di significatività, che permettono una lettura rispetto a tre punti di vista: a) il lavoratore; b) il contratto di lavoro e c) l’impresa. Sono in prevalenza donne, giovani e stranieri con un livello di istruzione primario i segmenti di popolazioni che presentano una maggiore probabilità di avere un rapporto di lavoro a bassa retribuzione (Figura 2).

Figura 2 – Risultati del modello logistico sulla probabilità di essere o meno un low payed job: stime di odds Ratio – Anno 2016

immagine 2 gigante

Fonte: Registro annuale su retribuzioni, ore e costo del lavoro per individui e imprese (RACLI)

 

Le donne presentano un rischio maggiore rispetto agli uomini di avere un lavoro a bassa retribuzione (odds-ratio pari a 1,4). L’età rappresenta una determinante del lavoro a bassa qualità retributiva: gli odds-ratio crescono al diminuire dell’età, individuando nei lavoratori di età compresa tra i 15-29 anni quelli più esposti al rischio di una retribuzione non adeguata. Il titolo di studio rappresenta un elemento di protezione: chi è in possesso di un livello di istruzione primario ha più probabilità di avere un rapporto di lavoro al di sotto di una retribuzione accettabile (odds-ratio 1,7).

Le caratteristiche del contratto di lavoro influiscono significativamente sulla probabilità di un low payed job. I dipendenti a tempo determinato (odds-ratio pari a 1,204) e con in regime orario di part-time (odds-ratio 1,192) appaiono più vulnerabili rispetto ai colleghi full-time e con lavoro stabile. La qualifica professionale è l’attributo che influenza più sensibilmente l’effetto sull’indicatore di bassa retribuzione: gli apprendisti fanno registrare i valori più significativi (odds-ratio 21,168), valori inferiori si osservano per gli operai (odds-ratio 2,979) rispetto a impiegati e dirigenti. È considerata come covariata anche l’intensità lavorativa in termini di giornate lavorate, per cui la probabilità di possedere un lavoro a bassa retribuzione aumenta col diminuire dell’intensità lavorativa (odds-ratio 2,284). I rapporti di lavoro caratterizzati da contratti di apprendistato, con una bassa intensità lavorativa, un regime orario ridotto e a tempo determinato precari sono, dunque, i più esposti al rischio di avere una retribuzione più bassa.

Nelle imprese del Nord i lavoratori sono maggiormente protetti dal rischio di vulnerabilità retributiva, così come in quelle di maggiore classe dimensionale.

 

[1] https://ec.europa.eu/commission/priorities/deeper-and-fairer-economic-and-monetary-union/european-pillar-social-rights/european-pillar-social-rights-20-principles_en

[2] Per gli aspetti metodologici del Registro RACLI si rinvia a: https://www.istat.it/it/archivio/224858

[3] La “retribuzione oraria” è il rapporto tra la retribuzione lorda annua e le ore retribuite a carico del datore di lavoro.

[4] La “posizione lavorativa” o “rapporto di lavoro dipendente” è la relazione che si instaura tra una datore di lavoro ed un lavoratore definito da una data di inizio ed è assimilabile con il contratto di lavoro. Le informazioni rilasciate sono relative a tutti i rapporti di lavoro con almeno un’ora retribuita a carico dell’impresa nell’anno.

[5] La variabile casuale “yi”, può assumere valori [0;1] indicando la probabilità (Pr) di essere un lavoratore che percepisce una bassa retribuzione, date le seguenti variabili indipendenti “x”: sesso, cittadinanza; classe di età, titolo di studio, ripartizione di lavoro, orario lavoro,  tipo contratto, classe dimensionale di impresa, giorni lavorati, qualifica, ateco. Nell’ottica delle relazioni fra variabili, si è interessati ai rapporti di probabilità “condizionata” ossia i rapporti tra i casi favorevoli e quelli contrari a che un evento si verifichi, distintamente per le varie categorie delle variabili indipendenti scelte. Gli odds ratio o rapporti di associazione non sono altro che il rapporto fra i rapporti di probabilità condizionati.

 

Facebooktwitterlinkedinmail