Angela Paladino
Il mondo della Sanità è sotto i riflettori da molto tempo. Quasi da sempre ed essenzialmente per la necessità di trovare una quadratura tra esigenze sociali ed esigenze economiche.
Questo scenario, apparentemente semplificato, è il teatro sul quale si muovono diversi attori e prendono vita diverse dinamiche. Politica, Società, Economia, ma anche Costume, Etica, Cultura, Comunicazione, sono le “figure allegoriche” che animano la scena. Gli attori sono Operatori Sanitari, Pazienti, Istituzioni, Aziende Sanitarie e Aziende Farmaceutiche. Il titolo dell’opera è la “gestione della Salute” e la trama si dipana tra budget, tagli, spese, ricerca, lanci, novità, malattie croniche, allungamento della vita, patologie rare, prontuari, efficienze ed inefficienze di sistema, comunque cambiamenti continui, dinamiche complesse, scene e controscene per continuare con la metafora teatrale.
Protagoniste storiche di questi palcoscenici le Aziende Farmaceutiche e i loro prodotti: croce e delizia del concetto stesso di salute, agognati oggetti di desiderio necessari più dell’acqua e dell’aria, elementi sui quali si intrecciano giochi politici, morali, culturali, temi etici ed economici.
E le aziende sanno che la pièce è sempre più difficile e delicata, sofisticate le leggi che governano gli accadimenti, difficile la gestione delle relazioni. La consapevolezza di dover effettuare un cambiamento nelle modalità di approccio sia con i ‘nuovi’ portatori di interessi sia con i ‘tradizionali’ che hanno visto cambiare il proprio ruolo e spesso non hanno ancora maturato gli strumenti per adeguarsi alla corrente mansione e missione, è profonda. Ma la forma mentis dei professionisti di quello che in termini tecnici si definisce Market Access spesso è ancorata ad aspetti che possiamo definire in qualche modo superati. Occorre quindi una analisi attenta ed efficace per far sì che le reti umane che animano il mercato possiedano gli strumenti necessari in termini di competenze e capacità per far fronte alle nuove sfide e competere in un agone complesso e moderno.
L’esperienza in termini di osservazione e valutazione del potenziale che ogni risorsa ha in sé per gestire al meglio i cambiamenti ed adeguarsi ai nuovi scenari, porta oggi a considerare come best practice i progetti di valutazione delle reti e di formazione ad hoc. Condizione necessaria per la buona riuscita di questi progetti che si possono a buon titolo definire di “change management” è la corretta valutazione delle competenze già in essere e degli asset che le risorse aziendali possiedono e che in gran parte appartengono al loro vissuto professionale. Come dire, non buttiamo via quello che abbiamo fatto fino ad oggi in un mondo che ormai ci stiamo lasciando alle spalle, ma facciamo tesoro delle nostre capacità che dobbiamo trasformare in nuovi strumenti di performance.
Progetti di Training Academy veicolati e gestiti in aziende che sono in cambiamento profondo e passano da un business model basato su proposizioni di vendita ad un modello basato su un processo strategico di Accesso, ottengono risultati molteplici;
- consentono all’azienda una reale misurazione del patrimonio di capacità e competenze presente in azienda
- consentono la creazione di un pavimento culturale di riferimento humus sul quale innestare prolifici semi di formazione tagliata e misurata direttamente sui discenti
- consentono al corpo discente di sentirsi parte di un processo di trasformazione che li rinvigorisce e li mette alla prova dando i mezzi per superarla
- ottengono un commitment generale
Le esperienze oggi vanno proprio in questa direzione. Le reti ed organizzazioni di Market Access, che spesso sono formate da ex venditori e le nuove professioni hanno in comune la necessità di creare valore e di fare squadra. Non basta quindi immaginare progetti di formazione standard , ma è invece ncessario capire quali competenze costituiscano patrimonio comune e quali capacità espresse o potenziali.
Progetti di assessment mirati che aiutino a scandagliare le competenze tecniche e far risaltare le potenzialità in termini di apprendimento e gestione del cambiamento, consentono di disegnare progetti formativi ad hoc ed ottenere miglior e maggior commitment dei partecipanti, linfa e carburante per le nuove, impegnative sfide di un mercato sempre più complesso.
Presupposto essenziale dei progetti di Training Academy è la definizione in forma maieutica dei bisogni formativi dei discenti che vengono evidenziati attraverso questionari, test e colloqui. In questa fase e con questa modalità viene facilmente effettuata la valutazione delle competenze target e del gap di competenze in relazione al ruolo aziendale o in relazione all’obiettivo che l’azienda si propone, per definire il bagaglio formativo ed esperienziale delle risorse coinvolte e allo stesso tempo sondare l’approccio del singolo al mercato, la sua interpretazione del ruolo, la sua predisposizione all’apprendimento ed eventuale cambiamento.
La fase di training basata essenzialmente su 3 strumenti, sezioni frontali bidirezionali in aula, case study, eventuali attività individuali disegnate ad hoc per ogni discente, (quali tutoraggio, formazione individuale, counseling), mira a colmare i gap evidenziati e a consentire fruttiferi momenti di confronto.
Attraverso questo tipo di modalità disegnate sulle specifiche esigenze, ma soprattutto sulle singole potenzialità di sviluppo, si possono ottenere concreti risultati di adeguamento di modalità operative, si sviluppano nuovi modi di pensare e soprattutto prende forma la chiara esigenza di cambiamento di paradigma, presupposto essenziale per qualsiasi dinamica di change management.