Uno statistico crede nella fortuna?

Carlotta Galeone,

PhD ScD , Department of Clinical Sciences and Community Health, Università degli Studi di Milano, Milano, Italy. carlotta.galeone@unimi.it.

 

Alla domanda: “Sei una persona fortunata?”, cosa rispondereste?

Da ricercatore statistico molto razionale, non saprei bene cosa rispondere, allora incuriosita dall’argomento ho adottato l’approccio scientifico: ho cercato in letteratura se c’erano studi che avessero dato una risposta a un quesito così apparentemente facile.

Il risultato di questa ricerca è stupefacente: la fortuna è una cosa seria!

E’ vero che è quasi impossibile trovare una comunità umana senza tracce di superstizione[1] ma prima di approcciare seriamente all’argomento fortuna, avrei concluso che fossero solo sciocchezze nazional popolari. D’altro canto, una volta appresso il motivo (o presunto tale) per cui il 17 dovrebbe portare così sfortuna in Italia, viene da sorridere. Nell’antica Roma sulle tombe veniva inciso “VIXI” ovvero “sono morto”. Nel Medioevo però, dato l’analfabetismo dilagante, questa incisione veniva confusa con il numero 17, che in numeri romani corrispondeva a “XVII”.

Allora perché la fortuna è una questione complessa? Dall’inizio degli anni ’90, la curiosità sul tema della fortuna e della scaramanzia ha portato diversi ricercatori universitari ad occuparsene, cercando di capire perché tanta gente fa cose bizzarre per propriziarsela[2]. Tanto per fare un esempio, l’attuale presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che si definisce un super superstizioso, è solito gettarsi alle spalle un pizzico di sale a fine pasto. Un gruppo di ricercatori dell’università di Colonia ha testato scientificamente la legge magica per cui “la fortuna è nelle tue mani”. La psicologa Damish Lysann e il suo team hanno consegnato ad alcuni volontari delle comuni palline da golf, mentre all’altra metà del campione dello studio randomizzato veniva data una pallina da golf identica alla prima, dicendo loro che si trattava di una pallina fortunata[3]. L’obiettivo per tutti era di andare in buca con un solo colpo, ma si è osservato che i volontari con le palline “fortunate” ci sono riusciti in misura maggiore (+35%, risultato statisticamente significativo) rispetto a quelli con palline “normali”. In un altro studio randomizzato e controllato dello stesso gruppo di ricerca tedesco, i volontari che avevano con se’ un portafortuna hanno vinto molto più frequentemente in giochi di memoria e parole contro chi ne era sprovvisto3. Ovviamente la scienza e la statistica non sostengono che i portafortuna o la scaramanzia aumentino la probabilità di successo. Allora viene in aiuto la psicologia, dimostrando così che la fortuna è una condizione mentale, paragonabile all’effetto placebo. Infatti credere nei riti scaramantici può portare maggior sicurezza, concentrazione e fiducia in se stessi. Il più grande esperimento sull’argomento è stato condotto in Inghilterra e ha coinvolto oltre 400 volontari che hanno espresso l’intenzione di comprare un biglietto della lotteria[4]. Gli è stato somministrato un questionario con varie domande, fra cui se si ritenevano fortunati, con quale probabilità pensavano che avrebbero vinto la lotteria e il grado di soddisfazione della vita familiare, lavorativa  e di salute. Il primo risultato del test è stato che chi si dichiara fortunato pensa di avere il doppio delle probabilità di vincere rispetto a chi si crede non fortunato. Ovviamente le leggi della statistica confutano questa credenza. Il risultato più interessante è stato la profilazione dei due gruppi: le persone fortunate sono più rilassate e estroverse, sorridono di più, guardano più frequentemente le persone negli occhi e incontrano più gente. In sintesi, chi si ritiene fortunato tende ad essere più propenso a nuove esperienze e sorride alla vita, evitando la routine e senza temere gli imprevisti. Questo esperimento ha confermato la visione del caso che aveva Louis Pasteur, che affermava che metà delle scoperte scientifiche era dovuta al caso, ma anche che il caso favorisce le menti preparate e aperte.

Concludendo, da statistico, leggendo gli studi scientifici sulla fortuna ho imparato a credere alla sua esistenza, al suo effetto benefico e ai suoi piccoli riti per propiziarsela. Tuttavia, vincere la lotteria di Capodanno o fare cinquina al lotto utilizzando i numeri ritardatari non è sicuramente una questione di fortuna, ma sempre e solo un cigno nero.

 

 

 

 

[1] Poorsoltan, Keramat. “How superstitious beliefs influence the process of decision making in the world of business.” Business Studies Journal 4.1 (2012).

[2] Maltby, John, et al. “Beliefs in being unlucky and deficits in executive functioning.” Consciousness and cognition 22.1 (2013): 137-147.

[3] Damisch, Lysann, Barbara Stoberock, and Thomas Mussweiler. “Keep your fingers crossed! How superstition improves performance.” Psychological Science 21.7 (2010): 1014-1020.

 

[4] Wiseman, Richard. The luck factor: The scientific study of the lucky mind. Random House, 2011.

 

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