Web Surveys tra approcci operativi e metodologici

Paolo Mariani – Università degli Studi di Milano-Bicocca

I sondaggi web e mobile web sono una realtà ormai consolidata e fruita sia in ambito accademico sia in quello aziendale. Sono diffusi in contesti di tipo governativo, negli affari, nell’economia e nelle scienze sociali. Sono applicati da ricercatori in marketing, negli studi demografici, in vari campi di ricerca e anche dagli studenti.

La sfida di offrire uno strumento per tutti coloro che sono interessati ad effettuare un sondaggio web in modo rigoroso è stata raccolta da Silvia Biffignandi dell’Università degli Studi di Bergamo. Durante l’evento organizzato dalla SIS, in collaborazione con Istat e Società Statistica “Corrado Gini” presso il Bicocca-Applied Statistics Center dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca e tenutosi il 25 novembre u.s..
L’incontro ha fornito un’introduzione ai sondaggi web, ai vari metodi ed alle diverse tecniche applicabili. Una guida pratica e completa per creare e condurre sondaggi attraverso la ‘ragnatela’ che collega potenzialmente tutto il mondo ed efficace per acquisire, ad esempio, competenze per eseguirli anche su dispositivi mobili, compendiata nel volume “Handbook of Web Surveys, Second Edition” di Silvia Biffignandi e Jelke Bethlehem.

La tematica è sempre di spiccato interesse vista la velocità richiesta in azienda per ottenere informazioni a fini decisionali e la necessità di avere conferma sulla reale affidabilità delle stesse. Molti gli istituti di ricerca che propongono e utilizzano il web a fini di collezione dati, tra queste Doxa Pharma e Demoskopea. A rappresentarli, rispettivamente, Paola Parenti (Vice President) e Giovanni Fondrini (CEO) che hanno discusso e si sono confrontati su tematiche quali la contestualizzazione dei sondaggi web, anche mobile, e la relazione con altre modalità di raccolta dati quali il faccia a faccia, la telefonica, il postale.
Enfasi è stata posta sulla possibilità di definire una proposta di un framework per le indagini web e per la scelta della modalità di raccolta dei dati, tematiche che appaiono fortemente interconnesse.
Ed è sui vari tipi di errori e sul superamento di quelli possibili nella misurazione e mancata risposta, ad esempio il bias di non copertura e quello di autoselezione, che appare maggiormente opportuna una forte connotazione metodologica e non solo esperienziale. Tra gli aspetti rilevanti rimane la consapevolezza della figura del ricercatore anche nella fase di collezione delle informazioni critiche per la progettazione di questionari per sondaggi web e sondaggi web mobile e per come decidere quale dei due effettuare in relazione alla domanda di ricerca.

Gli Adaptive Survey Design (ASD) presentati da Barry Schouten, Researcher Statistics Netherlands, e Annamaria Bianchi, Università degli Studi di Bergamo, sono stati candidati a fornire compromessi efficienti tra qualità e costi. Gli ASD assegnano diverse caratteristiche di progettazione alle diverse unità del campione, in base alle loro caratteristiche.
Questo poiché unità diverse possono preferire o reagire in modo diverso a trattamenti diversi. Si è ricordato come gli ASD presentino somiglianze con altre tecniche nella letteratura sul campionamento delle indagini, come il campionamento bilanciato e il campionamento per quote.
La motivazione è da ricercare nel tentativo di bilanciare la risposta a un dato campione ottimizzando l’allocazione delle caratteristiche di progettazione dato il campione, ma non l’inclusione nel campione.

Sondaggi in modalità mista appaiono sempre più diffusi. Tra i motivi, più aziendali, la riduzione dei costi, il frame di campionamento non disponibile e l’obiettivo di migliorare la qualità del dato. Tra quelli più metodologici permangono il come effettuare il giusto mix, come calcolare i tassi di risposta, la possibilità di operare in ottica inferenziale, la scelta tra un approccio basato sul disegno ed uno basato sul modello.

L’attuale ambiente digitale e le tendenze tecnologiche stanno fornendo un’enorme quantità di dati sulla maggior parte dei fenomeni sociali ed economici e non solo. Comunemente chiamato big data, ancora non soggetto a criteri di classificazione statistica e ad un trattamento statistico per la rappresentatività, ma con un’attrazione forte come fonte di dati per professionisti e ricercatori.
Potenzialmente non sostituiranno i sondaggi, le due fonti risultano complementari. ma richiedono al ricercatore di considerare i problemi metodologici esistenti. I big data offrono un’opportunità per una rilettura critica del ruolo dei sondaggi e delle le domande di ricerca in essi contenute, una finalità potrebbe essere quella di integrare i dati dei sondaggi web con altre fonti di dati.

La discussione rimane aperta sul ruolo futuro dei sondaggi web e mobile web nel contesto delle nuove fonti di dati, ma la traccia proposta è percorribile e aperta a novità e contributi.

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