Massimo Tozzi – Ricercatore statistico in Metodologia della Ricerca Sperimentale ed Epidemiologia
Questo studio esclusivamente di natura statistica e descrittiva, tenta di fornire una iniziale lettura organica della diffusione in Italia del Covid-19 dal 21 Febbraio al 30 Marzo basandosi sui fatti senza formulare ipotesi predittive al momento di dubbia attendibilità.
Fonte dei dati: bollettini Protezione Civile.
1. La diffusione a livello nazionale
Nell’evoluzione nazionale dell’epidemia si possono individuare 7 sottoperiodi (Tab.1):
- 21-24 Feb: emersione di un contagio pregresso;
- 25 Feb-4 Mar: inizia l’epidemia;
- dal 5 Mar: esplosione dell’epidemia, che prosegue con ritmo un poco decrescente (più evidente il giorno 30 Marzo) ma con numeri sempre in forte salita.
Per comprendere meglio la situazione è opportuno un confronto internazionale e per depurare le serie da aspetti dimensionali e temporali sono stati realizzati i numeri indici per ogni paese ponendo come base il numero di contagiati che a quella data (Italia 24 Febbraio) rappresentasse circa 3-4 contagi per milione di abitanti, standardizzando le serie alla fine della fase di emersione epidemica.
Dalla Fig.3 (confronto Italia, Cina e Corea del Sud) si riscontra un trend di crescita simile nei primi 6 giorni (2 Marzo in Italia) dopodiché il trend della Cina cresce e mentre la Corea si stabilizza con una curva sostanzialmente piatta, la curva dell’Italia inizia a crescere allontanandosi dalla Corea ed avvicinandosi alla Cina.
Al 22° giorno (17 Marzo per noi) la curva dell’Italia sfiora quella della Cina che, a sua volta, mostra un altro forte balzo raggiungendo il proprio picco tra il suo 23° e 24° giorno.
Ma già al 25° giorno (20 Marzo per noi) la curva dell’Italia raggiunge nuovamente quella cinese per poi impennarsi definitivamente. Il 27 Marzo l’Italia supera il numero totale di casi della Cina.
Diversa la situazione del confronto tra i trend di diffusione del virus in Italia, Francia, Germania e Spagna (Fig.4) relativa però soltanto ai primi 27 giorni dopo l’emersione dato che negli altri paesi l’inizio della fase critica è ritardata rispetto all’Italia.
Nei primi 8 giorni le curve sono molto simili tra loro ma subito dopo in Spagna inizia un trend di crescita impressionante mentre Italia, Francia e Germania mostrano trend più contenuti, Francia leggermente al di sotto e Germania al di sopra.
2. La diffusione sul territorio
A livello territoriale la situazione appare molto differenziata sia nell’aspetto dimensionale che nella dinamica temporale e nel trend di crescita. Si è quindi proceduto, in base a questi parametri, all’individuazione di 5 aree distinte.
Inoltre, per dare omogeneità e comparabilità alle diverse serie regionali, si è utilizzato lo stesso metodo impiegato nei confronti internazionali per individuare la data di fine dell’emersione e conseguente inizio dell’epidemia, con la sola differenza di porre come base dei numeri indici (Fig.5-9) la data in cui il numero di contagiati complessivo rappresentasse circa 3-4 casi per 100.000 abitanti.
Da quanto esposto finora è possibile trarre le seguenti considerazioni.
- Lombardia del tutto fuori scala sia come dimensione che come trend di crescita, molto al di sopra anche delle altre regioni dell’Area 1, zona del focolaio iniziale. In Veneto la dinamica pare molto meno aggressiva.
- Situazione molto seria nell’Area 2 soprattutto in Liguria, Piemonte ed in parte nelle Marche che mostrano trend di crescita molto più elevati anche dell’Emilia Romagna. La Toscana cresce comunque più del Veneto.
- Situazione ancora più seria in Valle D’Aosta, Trento e Bolzano che mostrano trend di crescita in linea se non superiori anche alla Lombardia. Umbria e Friuli crescono come in Emilia Romagna.
- A parte l’Abruzzo (crescita molto sostenuta, più che in Emilia Romagna e simile alle Marche) l’Area 4 mostra trend di crescita contenuti anche se in accelerazione negli ultimi giorni, soprattutto il Lazio.
- Area 5 simile all’Area 4 (escluso l’Abruzzo).