Giulia Cavrini, Nadia Paone, Evan Tedeschi – Libera Università di Bolzano
Introduzione
Negli ultimi anni, cambiamenti demografici e trasformazioni sociali, in particolare quelle relative alle strutture familiari, hanno reso sempre più complesso prendersi cura degli anziani. Tra i fattori principali troviamo il calo delle nascite, l’aumento dei divorzi e delle famiglie composte da una o due persone, e la crescente mobilità geografica, soprattutto tra i giovani. Questi fenomeni hanno reso meno frequente il supporto diretto dei figli agli anziani, specialmente in caso di separazioni familiari o lunghe distanze. Di fronte a queste sfide, è emerso chiaramente che la maggior parte delle persone anziane desidera rimanere nella propria casa o nel proprio quartiere il più a lungo possibile. Tuttavia, la crescente complessità delle necessità domestiche e l’indebolimento delle reti di supporto tradizionali richiedono nuove strategie per garantire un’assistenza efficace e rispettosa della loro autonomia.
Lo studio
Questo studio, condotto in Alto Adige, ha coinvolto 536 ultra-60enni, rappresentativi dei gruppi linguistici tedesco, italiano e ladino. La ricerca ha utilizzato un approccio misto: interviste con esperti di istituzioni pubbliche e private e questionari per esplorare le relazioni tra ambiente abitativo e qualità della vita.
L’obiettivo principale era individuare i fattori decisivi per consentire agli anziani di vivere nella propria casa nonostante difficoltà di salute o ambientali. Attraverso l’analisi delle classi latenti (LCA) effettuata su indicatori che includevano salute percepita, soddisfazione abitativa, mobilità e relazioni con il vicinato, sono stati identificati tre gruppi di anziani:
- Gruppo 1 (62,5% del campione): include individui con ottimi livelli di salute, mobilità e buone relazioni con il vicinato.
- Gruppo 2 (14%): include persone con difficoltà significative in termini di salute e di mobilità e isolamento sociale.
- Gruppo 3 (23,5): include individui che presentano situazioni intermedie.
Risultati
Dai dati emergono chiare differenze tra le categorie. Gli anziani più giovani, con istruzione medio-alta, rientrano nella prima categoria, caratterizzata da soddisfazione abitativa e relazioni sociali solide. Al contrario, gli ultra-90enni, soprattutto donne vedove o con bassa istruzione, sono più rappresentati nella seconda categoria.
Le barriere architettoniche, come scale interne e bagni inaccessibili, rappresentano ostacoli significativi, aumentando il rischio di trasferimento in strutture residenziali. Parallelamente, il vicinato e il volontariato emergono come risorse fondamentali per ridurre l’isolamento e migliorare la qualità della vita.
Conclusioni
In sintesi, lo studio evidenzia l’importanza di interventi mirati per supportare l’invecchiamento a casa, soprattutto per le persone più anziane che vivono in aree rurali e affrontano ostacoli legati alla mobilità e all’accessibilità degli spazi abitativi. È essenziale ripensare i modelli di assistenza domiciliare, investendo in infrastrutture adeguate e sviluppando reti di supporto che valorizzino il ruolo del vicinato e della comunità, così da garantire agli anziani una vita dignitosa e autonoma nel proprio ambiente familiare. Inoltre, l’aspetto più rilevante che emerge da questa ricerca è che il benessere degli anziani dipende non solo dai servizi offerti, ma anche dalla qualità delle relazioni sociali e dall’ambiente in cui essi vivono. Investire in un sistema di assistenza integrato e in una maggiore partecipazione della comunità è essenziale per garantire un invecchiamento dignitoso e attivo.
Raccomandazioni per il Futuro
Per affrontare queste sfide, lo studio suggerisce di:
- Migliorare i servizi locali: Investire in trasporti pubblici, assistenza domiciliare flessibile e infrastrutture di supporto.
- Valorizzare il vicinato: Promuovere il volontariato e il sostegno tra vicini per creare una rete sociale che aiuti gli anziani.
- Adattare l’ambiente abitativo: Rendere le case più adatte alle esigenze degli anziani, facilitando la loro mobilità e sicurezza.
- Supportare le comunità locali: Rafforzare i legami sociali e sviluppare soluzioni che evitino il trasferimento forzato in strutture residenziali.
Qualche nota bibliografica per approfondimenti:
- Stuifbergen, M. C., Van Delden, J. J. M., & Dykstra, P. A. (2008). The implications of today’s family structures for support giving to older parents. Ageing and Society, 28(3), 413-434.
- Turjamaa, R., Pehkonen, A., & Kangasniemi, M. (2019). How smart homes are used to support older people: An integrative review. International journal of older people nursing, 14(4).
- Menghini, V., & Tidoli, R. (2019). La presa in carico dell’anziano non autosufficiente a domicilio I luoghi della cura. Available online: https://www.opivenezia.it/images/notizie/quaderno_monitor_10.pdf (accessed on 2012)
- Bonaccorsi, G. et al. (2020). Impact of the built environment and the neighborhood in promoting the physical activity and healthy aging. Int J Environ Res Public Health.



