Il morbillo nel 2017: paesi europei a confronto

 

Carlotta Galeone, PhD ScD , Department of Clinical Sciences and Community Health, Università degli Studi di Milano, Milano, Italy. carlotta.galeone@unimi.it.

Claudio Pelucchi, ScD , Department of Clinical Sciences and Community Health, Università degli Studi di Milano, Milano, Italy. claudio.pelucchi@unimi.it.

 

Sono stati appena resi disponibili (Febbraio 2018) da parte dell’OMS i dati per il 2017 sui casi di malattie infettive prevenibili con i vaccini nella Regione Europea (a 53 paesi). Con riferimento al morbillo, nel corso del 2017 si è assistito ad un aumento del +304% di casi in Europa con un tasso di incidenza pari a 23,3 casi di morbillo per ogni milione di abitanti. Si è passati infatti da 5.273 casi di morbillo segnalati nel 2016 a 21.315 nel 2017. Da sottolineare che il 2016 era stato un anno da ricordare, poiché risultava l’anno con il numero minimo storico di casi di morbillo in Europa. A fine 2016, 42 paesi della Regione Europea su 53 totali avevano dichiarato di aver eliminato il morbillo e c’erano aspettative positive su un continuo trend dell’interruzione endemica della malattia, che in realtà non c’è stato.

Per comprendere bene l’epidemia morbillo nel 2017, è tuttavia necessario leggere i dettagli e le differenze fra paesi europei (Figura 1 – WHO EpiData). Il dato impressionante è che nella classifica dei paesi con il maggior numero di casi segnalati, i primi tre contribuiscono da soli a oltre il 70% dei casi di morbillo di tutta l’Europa. Questi paesi sono:

  1. Romania (5562 casi con un tasso di incidenza pari a 289,1 per un milione di abitanti);
  2. Italia (5006 casi con un tasso di incidenza pari a 83,7 casi per un milione di abitanti);
  3. Ucraina (4767 casi con un tasso di incidenza pari a 107,4 casi per milione di abitanti)

Al quarto posto si trova la Grecia che contribuisce a meno del 5% dei casi totali (957 su 21.315 totali). L’OMS nel report spiega che nel corso dell’ultimi anni, in questi paesi europei ad alta prevalenza di morbillo, si è assistito a una serie di eventi sfavorevoli, come la riduzione della copertura vaccinale della popolazione, alcune problematiche di salute pubblica dovute a interruzioni di approvvigionamento di dosi di vaccini, e sistemi di sorveglianza delle malattie infettive non efficienti e poco presenti.

Con focus sull’Italia, si riportano i dati OMS del numero di casi di morbillo per fascia di età nel 2016 e 2017 (Tabella 1). Gli incrementi maggiori si osservano nelle fasce adulte della popolazione (che in larga parte non hanno ricevuto il vaccino, essendo raccomandato a livello nazionale a partire dai primi anni ‘90), evidenziando così che il problema del contagio non è solo nei bambini. Il report OMS ha inoltre evidenziato che oltre l’80% dei malati di morbillo non erano vaccinati.

Tabella 1 – Casi di morbillo segnalati nel 2016 e 2017 in Italia in fasce di età – Fonte WHO EpiData (Feb 2018)

 

2016 2017 Variazione %
<1 anno 64 284 + 343%
1-4 anni 169 591 + 245%
5-9 anni 74 236 + 219%
10-14 anni 67 187 + 179%
15-19 anni 56 278 + 396%
20-29 anni 173 1339 + 674%
30 + anni 259 2091 + 707%

 

Un recente studio italiano pubblicato su Lancet Infectious Disease (Trentini et al, 2017), costruendo un modello per descrivere l’andamento dei casi di morbillo in nove paesi compresa l’Italia, ha stimato che la vaccinazione contro il morbillo introdotta nei primi anni ‘80 ha fatto guadagnare nel complesso quasi un milione di anni di vita. Questo beneficio è da imputare alla diminuzione di casi di morbillo rilevati e alle sue complicanze cliniche. I ricercatori hanno stimato che oggi in Italia circa 3 milioni di persone fra i 15 e i 40 anni non sono immunizzate al morbillo. Essi rappresentano un importante bacino potenziale che rischia di provocare nuove epidemie nel nostro paese. Si ricorda infine che nel 2017 il Centro per il Controllo e la Prevenzione delle malattie americano ha inserito l’Italia nella lista dei paesi a rischio per il morbillo. L’OMS ha raccomandato all’Italia di attuare campagne efficaci per sensibilizzare l’opinione pubblica, di immunizzare gli operatori sanitari e le fasce di popolazione fragile ad alto rischio, nella speranza di invertire al più presto il trend dei contagi da morbillo.

In conclusione, stando agli ultimi dati disponibili in Italia l’obiettivo dell’eliminazione del morbillo non sembra essere raggiungibile in tempi stretti  a causa dell’effetto congiunto di una bassa copertura vaccinale (attorno all’85% mentre quella raccomandata è del 95%) e dell’invecchiamento della popolazione.

Immagine

 

Referenze:

WHO EpiData, No. 1/2018; http://www.euro.who.int/__data/assets/pdf_file/0009/362448/epi-data-jan2017-dec2017-eng.pdf?ua=1

Trentini, F., Poletti, P., Merler, S., & Melegaro, A. (2017). Measles immunity gaps and the progress towards elimination: a multi-country modelling analysis. The Lancet Infectious Diseases, 17(10), 1089-1097.

 

Facebooktwitterlinkedinmail