Con qualche mese di anticipo rispetto alla scadenza del mandato, il rettore dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, prof. Antonio Felice Uricchio, ha lasciato il suo incarico per entrare nel direttivo dell’ANVUR. In questa intervista descrive i programmi dell’ANVUR per i prossimi anni e racconta la sue esperienza come rettore.
Lo scorso 3 luglio l’ANVUR ha presentato le nuove linee guida per la rilevazione delle opinioni degli studenti. Quali sono le principali novità?
Con le nuove linee guida l’ANVUR intende semplificare la rilevazione ed aggiornare i contenuti ridefinendo l’impianto generale di questa importante rilevazione. Tali novità sono il frutto di una sperimentazione dell’ANVUR e di una riflessione sui modelli di consultancy della componente studentesca che ha coinvolto i rappresentanti degli organi di valutazione delle università italiane, gli studenti, il MIUR e la CRUI. La sperimentazione, svoltasi nel 2018, ha riguardato gli Atenei di Bari, Milano Bicocca, Cassino e Uninettuno, consentendo di testare l’affidabilità degli strumenti proposti e di apportare miglioramenti significativi alla rilevazione che sono stati poi recepiti dalle nuove linee guida.
Lo scorso 18 giugno ha concluso, in anticipo di qualche mese, il suo mandato come Rettore dell’Università di Bari. Che eredità lascia dopo 6 anni?
Lascio nelle mani del nuovo rettore il prof. Stefano Bronzini, cui vanno i miei sinceri auguri di buon lavoro, un ateneo che ha vissuto un forte rilancio in questi anni che gode di ottima salute. Secondo la valutazione degli atenei U-Multirank 2019, promossa dalla Commissione dell’Unione Europea, l’Università di Bai si colloca al 7° , registrando il valore più alto dei giudizi positivi (A+B) rispetto al passato (dal 25% del 2014 al 62,5% del 2019) e superando atenei blasonati del Nord come: Milano Bicocca, Pisa, Firenze, Bologna e Verona. Nel recente Forumu PA, Bari, unica università in Italia, è rientrata tra le 10 amministrazioni finaliste della categoria “Partecipazione e accountability” che concorrono all’attribuzione finale del Premio OpenGov Champion 2019. Nello scorso mese di aprile l’Università Aldo Moro è stata premiata dall’Associazione Italiana di Valutazione (AIV) con il premio buone pratiche nella PA 2019, con l’obiettivo di dare risalto alle esperienze più significative con particolare riferimento al tema: Ascolto dell’utenza ai fini della valutazione della performance organizzativa (art.7 e art.19-bis del d.lgs.150/2009).
E poi il riconoscimento più importante dall’ANVUR che ha concluso il proprio giudizio di accreditamento con una valutazione B “pienamente soddisfacente”, menzionando proprio come punti di forza la partecipazione degli studenti e la leadership coinvolgente.
Last but non least il risanamento del deficit finanziario (da oltre 30 milioni di euro nel 2013 a un attivo di 30 milioni di euro e poi l’incremento del numero degli studenti immatricolati (in termini percentuali, nell’anno in corso 2018-19 si è registrato un +3,2% rispetto al 2016-17 e +1,3% rispetto al 2017-18, secondo i dati ufficiali MIUR), l’elevazione della fascia di esenzione dalle tasse universitarie (da 8000 a 18000 euro ISEE) e del numero di borse di studio con una costante attenzione al diritto allo studio.
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In questi mesi si è molto parlato di ristrutturazione di ANVUR ed INVALSI. Cosa prevede per il futuro?
Sono pienamente convinto nell’importanza strategica nel miglioramento della qualità delle istituzioni formative e di ricerca di ANVUR e INVALSI. Ritengo che il riordino, pure oggetto di discussione in sede politica, passi necessariamente attraverso la valorizzazione di tali istituzioni. Dopo che il 28 febbraio scorso è stato approvato il disegno di legge delega dal Consiglio dei Ministri, attendiamo fiduciosi la legge delega e i decreti attuativi a cui è affidato il delicato compito di dare sistemazione alla legislazione scolastica e universitaria attraverso un nuovo Testo unico. In questo contesto, fortemente avvertita è l’esigenza di una semplificazione spinta di regole e di procedure, coerentemente con quanto avviato con altri comparti della Pubblica amministrazione. Nell’apprezzare “la specialità” dell’istituzione universitaria strettamente connessa al proprio ruolo di principale interprete e promotore del sistema della conoscenza e del capitale umano, la semplificazione consentirà di adeguarla alle esigenze della società di cui è al servizio.
Quali le novità in ambito ASN?
Anche con riguardo alle politiche di reclutamento, forte è l’esigenza di valorizzare i meriti, assumendo come principi fondanti trasparenza e legalità. Tali obiettivi possono essere perseguiti attraverso modelli regolatori ma, soprattutto, modelli comportamentali sorretti dall’etica della responsabilità da parte delle commissioni concorsuali e di chiunque possa essere coinvolto nei processi di selezione. Particolarmente dibattuta è poi la questione della valutazione delle opere scientifiche in funzione della loro collocazione editoriale, soprattutto per le riviste di area non bibliometrica, come anche quella delle modifiche delle regole in materia concorsuale stabilite dalla legge 240.
Corrado Crocetta