Alessandro Valentini – Istat
Silvia Da Valle – Istat
Durante l’anno scolastico 2018-2019 l’Istat, per la prima volta, ha offerto un percorso di alternanza scuola-lavoro che si è svolto presso la sede per la Toscana. L’esperienza condotta, al di là dell’utilità specifica, si configura come un possibile modello non solo in ambito Istat, ma anche per gli altri Enti del Sistan che volessero cogliere l’occasione dell’alternanza anche per raggiungere obiettivi informativi della propria Amministrazione.
La legge su “la buona scuola” (n.107 del 2015) ha introdotto negli ultimi tre anni delle superiori il percorso di alternanza scuola-lavoro, ovvero un periodo di tempo che gli studenti devono svolgere nel mondo del lavoro (inizialmente 400 ore per gli istituti tecnici e professionali, 200 ore per i licei) in maniera tale da integrare l’educazione formale con una esperienza sul campo. Le novità intercorse con la legge di bilancio 2019, pur modificando alcuni aspetti del percorso (che si chiamerà “Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento”), e riducendo il numero complessivo di ore, ne hanno mantenuto invariata la logica generale.
Gli Enti e gli Uffici del Sistema Statistico Nazionale (Sistan) hanno acquisito progressivamente consapevolezza circa il ruolo dell’alternanza ed alcuni di questi hanno collaborato con le scuole del territorio per la realizzazione di progetti in grado di coniugare le esigenze di apprendimento da parte dei ragazzi, con il raggiungimento di alcuni obiettivi per le Amministrazioni.
Nell’anno scolastico 2018-2019 anche l’Istat, attraverso la sede per la Toscana, ha attivato un progetto di “alternanza scuola-lavoro”. D’intesa con la Direzione scolastica regionale per la Toscana, è stata formalizzata una convenzione con l’Istituto “Russell-Newton” di Scandicci per un totale di 60 ore di attività per un gruppo di 12 studenti delle classi terze e quarte di vari indirizzi di studio.
Questa esperienza prototipale, la prima in assoluto, con queste caratteristiche, per l’Istituto, ha la valenza di possibile modello di riferimento nell’ambito della statistica ufficiale per vari motivi. In primo luogo essa coniuga l’obbligo di legge con l’obiettivo generale di accrescimento delle competenze dei ragazzi, sia con riferimento ai processi statistici che alle modalità di trattamento dei dati e di interpretazione dei risultati. Permette inoltre alla scuola di realizzare, grazie ai ragazzi, una vera e propria indagine sul campo presso il corpo studentesco e quindi di raggiungere (a costo praticamente nullo) nuovi obiettivi conoscitivi. L’operazione comporta un indubbio vantaggio anche per l’Istat, e più in generale per il Sistan, in quanto permette di promuovere la cultura statistica verso target nuovi: i ragazzi iscritti al percorso, i rispettivi genitori, gli insegnanti, nonché l’intero gruppo di studenti della scuola coinvolta, moltiplicando il messaggio originale.
Scendendo nel dettaglio dell’attività condotta, attraverso un insieme di incontri sia teorici che pratici per un impegno di complessive 60 ore (vedi Tabella 1) gli esperti dell’Istat hanno condiviso con i ragazzi metodologie e strumenti operativi. Gli stessi hanno ricevuto informazioni specifiche in merito alle modalità di realizzazione di un’indagine statistica, in tutte le diverse fasi (progettazione, somministrazione del questionario, analisi dei dati), fino al rilascio dei risultati. Sulla base degli input ricevuti dalla scuola, i ragazzi hanno progettato insieme all’Istat un questionario da somministrare ai propri compagni strutturato in quattro diversi ambiti tematici: a) rapporto degli studenti con la struttura scolastica; b) rapporto con gli altri studenti; c) rapporto personale con lo studio; d) rapporto con le proprie scelte.
La rilevazione è stata condotta nelle classi dalla seconda alla quinta, per un totale di oltre 1200 studenti che hanno risposto per autocompilazione attraverso canali di restituzione differenziati: questionario cartaceo (classi seconde), questionario web (classi terze, quarte e quinte) compilato dai ragazzi tramite i propri smartphone (vedi Figura 1). Grazie anche al sostegno della scuola, il tasso di risposta è stato complessivamente molto alto, aggirandosi attorno al 90% del campo di osservazione.
Figura 1 – La prima pagina del questionario: cartaceo e elettronico
Per finalità divulgative l’analisi dei risultati è stata condotta sia proponendone la lettura complessiva che evidenziando le differenze statisticamente significative tra le principali covariate: genere (maschi, femmine), anno frequentato (2°, 3°, 4°, 5°), tipo di corso (liceo, tecnico). Queste informazioni daranno alla scuola l’opportunità di riflettere, sulla base di elementi oggettivi, su vari aspetti della vita scolastica. Tra questi, a titolo esemplificativo, si citano il senso di responsabilità degli studenti verso il mantenimento della struttura, le relazioni tra studenti, l’approccio allo studio e gli elementi alla base della scelta della scuola.
Al di là del caso specifico, l’esperienza compiuta è l’occasione per una riflessione sul modello di lavoro introdotto e sulla sua replicabilità in altri contesti della statistica ufficiale. Infatti, come del resto già sperimentato in alcune realtà, tutti gli uffici di statistica potrebbero trarre forti benefici dall’attivazione di percorsi di alternanza, ponendosi l’obiettivo di soddisfare, attraverso questo strumento, alcuni fabbisogni conoscitivi della propria Amministrazione ancora inevasi per mancanza di tempo, o risorse. Non è utopia ma “soltanto” organizzazione in quanto gli studenti, opportunamente formati e guidati, potrebbero essi stessi realizzare la progettazione di una indagine conoscitiva, predisporre gli strumenti (anche informatici) utili per la sua conduzione, svolgere eventualmente il ruolo di intervistatori, supportare l’analisi dei risultati. Evidentemente non è immaginabile che un obiettivo complesso possa essere realizzato con un unico progetto: è necessario uno sforzo in termini di pianificazione affinché tutte le attività possano essere disposte in sequenza, facendo dialogare tra lori i progetti in maniera tale che l’output di quelli a monte diventi l’input di quelli a valle.
La possibilità di realizzare una forte interazione degli Uffici del Sistan con il mondo della scuola, sotto la supervisione dell’Istat, è una garanzia affinché l’alternanza scuola-lavoro da obbligo di legge si trasformi in un’esperienza formativa utile per i ragazzi, per la scuola, per le Amministrazioni e più in generale per la società.
Tabella 1 – Dettaglio del percorso formativo svolto per gli studenti. Numero di ore e contenuti